Il potere del racconto di sé: come la psicoterapia aiuta a riscrivere la propria storia

Approfondimento clinico e strumenti narrativi · 15 Ottobre 2025 · a cura di Psicologo Dott. Matteo Pietro Mai

Racconto di sé e psicoterapia

Quando la nostra storia interna si spezza o diventa troppo rigida, perdiamo continuità e possibilità. La terapia offre un luogo per ricucire e riscrivere, mettendo ordine tra eventi, significati ed emozioni, così da ritrovare coerenza e direzione.

Perché il racconto conta

Non ricordiamo i fatti come una telecamera: li organizziamo in narrazioni con un prima, un durante e un dopo. Il modo in cui ci parliamo (“non valgo”, “sbaglio sempre”) influenza scelte, relazioni e umore. Lavorare sul racconto di sé non è fantasia: è una forma concreta di cambiamento, fondata su memorie, emozioni e significati.

Strumenti narrativi in terapia

  • Timeline degli eventi significativi, per ritrovare filo e coerenza.
  • Lettere (mai inviate) a persone o parti di sé, per dare voce a ciò che non è stato detto.
  • Riformulazioni: cercare parole nuove per fatti noti, integrando prospettive diverse.
  • Capitoli: nominare i periodi della vita per vederne senso e passaggi.

Dal sintomo al significato

Ansia, ritiro, impulsività spesso hanno avuto una funzione in momenti difficili. Nel racconto rielaboriamo quella funzione e costruiamo alternative più adatte al presente, senza cancellare ciò che è stato. Fare spazio a ciò che ha fatto male non significa giustificarlo: significa restituire a sé stessi il potere di interpretare e scegliere.

Il ruolo del corpo

La narrazione è anche corporea: il respiro, la postura, il ritmo con cui parliamo. Integrare semplici pratiche di regolazione (respiro, grounding) mentre si racconta aiuta a stare nella storia in modo più sicuro.

Domande guida

  • Quali parole userei per intitolare questo capitolo della mia vita?
  • Che ruolo avevo allora? Che ruolo desidero avere oggi?
  • Quale piccola azione concreta rende visibile il cambiamento?

Quando il passato pesa, non è perché “non siamo forti”, ma perché alcune esperienze hanno chiesto molto. Dare loro uno spazio e un nome consente di non farle decidere sul presente.

Un esempio concreto

Dopo una separazione faticosa, una persona può raccontarsi come “quella che rovina sempre tutto”. In terapia esploriamo quando è nata questa frase, quali fatti la sostengono e quali la smentiscono, costruendo un racconto più vero e utile: “ho attraversato un periodo duro, oggi sto imparando a chiedere aiuto e a scegliere meglio”.

Confini e responsabilità

Riscrivere la propria storia non significa attribuire colpe, ma riconoscere responsabilità e limiti. Ci sono elementi che non possiamo cambiare; possiamo però decidere come raccontarli e cosa fare a partire da qui.

Un piccolo rituale

Ogni sera, tre righe: “oggi ho notato…”, “ho riconosciuto…”, “domani farò un passo verso…”. In poche settimane il linguaggio interno cambia e con esso le scelte.

Una metafora utile

Pensa alla tua storia come a un libro in più capitoli: non puoi riscrivere le pagine già stampate, ma puoi scegliere i titoli dei capitoli futuri e il tono della narrazione. In terapia lavoriamo proprio su questo passaggio.

Diario di bordo

Tenere un diario settimanale con tre colonne (eventi, emozioni, significati) aiuta a vedere pattern e sperimentare letture alternative. È uno strumento semplice ma molto potente.

Se senti il bisogno di un luogo dove dare ordine e parola alla tua esperienza, scrivimi: valuteremo insieme il percorso più adatto.

Domande frequenti

Se non ricordo bene? Non cerchiamo la precisione storica ma la coerenza interna. Lavoriamo con ciò che oggi ha senso per te.

E se mi emoziono troppo? È normale: usiamo il corpo come ancora (respiro, postura) e ci fermiamo quando serve. La sicurezza viene prima.

Quanto tempo serve? Dipende dall’obiettivo: a volte bastano pochi incontri focalizzati, altre volte è utile un percorso più ampio.

Un esercizio semplice

Prendi carta e penna: scrivi una pagina iniziando da “In questo periodo sto cercando di…”. Non cercare lo stile perfetto: lascia che le frasi escano. Evidenzia tre parole-chiave e chiediti quale piccolo gesto concreto puoi fare domani in loro direzione.

Come lavoro in studio

Costruiamo insieme uno spazio chiaro e protetto. Alterno momenti di comprensione alla sperimentazione di strumenti narrativi e di regolazione emotiva, con compiti leggeri tra una seduta e l’altra. L’obiettivo è riattivare possibilità nel presente, riconoscendo i limiti del passato e aprendo strade praticabili.


Contenuti a scopo informativo. Per un percorso personalizzato, contattami.

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